“La corruzione è un virus sociale che infetta tutto, serve maggior cultura della trasparenza tra enti pubblici, settore privato e società civile”. Non lo dice un dispositivo del Tribunale, non lo scrive un magistrato, né è scritto in un manifesto pubblico. A descrivere un contesto a tinte fosche completamente dominato dal cancro della corruzione è Papa Francesco nella sua recente visita in Sud America. Un continente in preda ad una tangentopoli nella gestione del potere senza precedenti. E come è solito fare il Papa non usa mezze parole, non si scherma dietro i velluti dello sfarzoso palazzo del Palacio del Gobierno di Lima. “Uniti per difendere la speranza” recitava il testo del discorso papale: “implica maggior cultura della trasparenza tra enti pubblici, settore privato e società civile, e non escludo le organizzazioni ecclesiastiche. Nessuno può dirsi estraneo a questo processo; la corruzione è evitabile ed esige l’impegno di tutti. Continua la lettura di L’architetto indagato chiamato dall’Antimafia va a Roma a spese dei cittadini
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Camorra, politica, imprenditoria: 130 anni di carcere a boss e colletti bianchi
Appalti truccati e turbativa d’asta. Intreccio politica, mafia casalese e imprenditori-colletti bianchi. La politica e le istituzioni a braccetto con i sodali del clan dei casalesi per spartirsi la torta delle gare di appalto dei lavori pubblici. Un modus operandi noto e sotto gli occhi di tutti nella maggior parte dei comuni della terra di Gomorra. Era questo in sintesi l’impianto accusatorio dei pubblici ministeri Antonello Ardituro e Marco Del Gaudio della direzione distrettuale antimafia (DDA) di Napoli nel processo Normandia a carico di numerosi imprenditori, politici e boss della mafia casalese per la spartizione di appalti nell’agro aversano e nell’alto casertano. In totale sono più di 130 anni di carcere quelli comminati a termine del processo di primo grado dai giudici della seconda sezione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presidente Luigi Picardi. 21 anni al figlio del boss Francesco Schiavone detto Sandokan, 21 anni e 6 mesi al boss ex latitante Antonio Iovine detto o’ninno, 12 anni a Mario Schiavone alis “bavettone”.
Condannati gli imprenditori Mariangela Capoluongo a 3 anni e 4 mesi, Michele D’Aniello a 9 anni, Oreste De Luca a 8, Vincenzo Della Volpe a 17 anni e 6 mesi, Giuseppe Diana a 3 anni. Continua la lettura di Camorra, politica, imprenditoria: 130 anni di carcere a boss e colletti bianchi