Quando un amministratore diligente, intelligente e capace vuole fare le cose perbene si affida agli uomini migliori. E quando si tratta di materie tecniche la cosa migliore è affidarsi a uomini di alto spessore professionale. Nelle amministrazioni pubbliche dell’Agro aversano e del Nord napoletano però le cose, evidentemente, seguono altre strade. Se c’è bisogno di rilasciare un permesso a costruire, una licenza edilizia, una variazione tecnica, meglio si uno si affida ad un professionista aduso a certi modus operandi di altri tempi. Non è un caso che, tra le province di Napoli e Caserta, si sono rimpallati sempre gli stessi professionisti a capo degli uffici tecnici. Continua la lettura di Gennaro Pitocchi al servizio dei Cesaro buono per tutte le stagioni
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Accordo tra le famiglie mafiose, rapiti i figli del boss Alfiero per evitare il suo pentimento
Boss del calibro di Francesco Schiavone, Francesco Bidognetti e Michele Zagaria in carcere. Un esponente di primo livello come Antonio Iovine che decide di collaborare con i magistrati. Sequestri ingentissimi di beni che determinano un duro contraccolpo economico. Gli smacchi subiti negli ultimi anni dal clan dei Casalesi avrebbero dovuto decretarne il tramonto definitivo, invece l’organizzazione e’ rinata su basi nuove, ricompattandosi attraverso un sistema di alleanze e di ripartizione degli ‘utili” che ne ha assicurato la sopravvivenza. E’ questo che raccontano le carte dell’operazione dei carabinieri del Ros che ha portato oggi all’esecuzione di 19 ordinanze di custodia (parte delle quali notificate a persone gia’ detenute), nei confronti di boss e gregari della cosca. I reati contestati a vario titolo sono associazione di tipo mafioso finalizzata a commettere una pluralita’ di reati tra i quali estorsioni, sequestro di persona, detenzione e porto illegale di armi, per episodi avvenuti in un arco di tempo che va dal giugno 2012 al maggio 2013. L’indagine ha svelato un accordo tra tre famiglie del clan dei Casalesi che si sono consorziate dopo l’arresto dei boss, per gestire in armonia gli affari illeciti e in particolare dividere equamente i proventi di estorsioni e tangenti sugli appalti. E’ questa la contestazione principale dei provvedimenti emessi nell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli e il pm della Dda Catello Maresca. Continua la lettura di Accordo tra le famiglie mafiose, rapiti i figli del boss Alfiero per evitare il suo pentimento