Boss del calibro di Francesco Schiavone, Francesco Bidognetti e Michele Zagaria in carcere. Un esponente di primo livello come Antonio Iovine che decide di collaborare con i magistrati. Sequestri ingentissimi di beni che determinano un duro contraccolpo economico. Gli smacchi subiti negli ultimi anni dal clan dei Casalesi avrebbero dovuto decretarne il tramonto definitivo, invece l’organizzazione e’ rinata su basi nuove, ricompattandosi attraverso un sistema di alleanze e di ripartizione degli ‘utili” che ne ha assicurato la sopravvivenza. E’ questo che raccontano le carte dell’operazione dei carabinieri del Ros che ha portato oggi all’esecuzione di 19 ordinanze di custodia (parte delle quali notificate a persone gia’ detenute), nei confronti di boss e gregari della cosca. I reati contestati a vario titolo sono associazione di tipo mafioso finalizzata a commettere una pluralita’ di reati tra i quali estorsioni, sequestro di persona, detenzione e porto illegale di armi, per episodi avvenuti in un arco di tempo che va dal giugno 2012 al maggio 2013. L’indagine ha svelato un accordo tra tre famiglie del clan dei Casalesi che si sono consorziate dopo l’arresto dei boss, per gestire in armonia gli affari illeciti e in particolare dividere equamente i proventi di estorsioni e tangenti sugli appalti. E’ questa la contestazione principale dei provvedimenti emessi nell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli e il pm della Dda Catello Maresca. Continua la lettura di Accordo tra le famiglie mafiose, rapiti i figli del boss Alfiero per evitare il suo pentimento
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Il silenzio dello Stato nella Terra dei Veleni
È tempo di reagire In quella che una volta era Terra di Lavoro l’emergenza ambientale ormai è una costante quotidiana, da circa 40 anni i crimini contro la natura e l’ambiente sono in crescita fattoriale, sia per una legislazione compiacente e deficitaria, sia per un iper lassismo della popolazione. Ultima in ordine di tempo la triste vicenda dell’area dell’ex Pozzi Ginori tra Sparanise e Calvi Risorta, probabilmente la discarica sotterranea più grande d’Europa con un’estensione di circa 2,5 ettari e un volume di 2 milioni di metri cubi di rifiuti, una vera miniera di veleni: fusti deteriorati contenenti solventi, vernici e tracce di idrocarburi, plastica lavorata dalle industrie, buste con Pvc. Il terreno presenta diverse colorazioni, in particolare rosse, azzurre e grigio, un arcobaleno tossico. A questo punto c’è da chiedersi le Istituzioni, chi doveva controllare che ciò non avvenisse, dove erano. L’Agro Caleno come Casal di Principe o Parete, come Giugliano, Acerra o Villaricca rifiuti di ogni genere venivano (?) tombati sotto gli occhi di tutti e alla luce del sole. Alla fine degli anni ’80 imprenditori senza scrupoli, holding criminal-mafiose e politica corrotta hanno trattato con pezzi deviati dello Stato che il casertano e il napoletano diventassero una discarica a cielo aperto. Continua la lettura di Il silenzio dello Stato nella Terra dei Veleni
Carmine Schiavone assassinato di Stato, parola del radicale Marco Pannella
“C’e’ un morto, si chiama Carmine Schiavone, credo assassinato di Stato pochi giorni fa, perche’ questo capo camorra, questo assassino si e’ pentito davvero, ha raccontato quello che ha fatto di peggio, di strage, la strage e’ reato di pericolo”: cosi’ Marco Pannella intervenendo oggi a Montelupo Fiorentino dal palco del XV congresso dell’Associazione Radicale Fiorentina Andrea Tamburi. “Questo qui si accorge che facendo il suo mestiere di assassino, di camorrista, ma con delle regole, ha contribuito ad infestare non solo l’intera terra dei fuochi ma per dieci anni, dodici, con l’aiuto e per richiesta dello stato, a riempire e a fare di quei luoghi strage, perche’ la strage e’ un reato di pericolo, e’ quella che si prepara e viene. Oggi lui ci ha raccontato in modo chiaro dove sono stati sepolti rifiuti tossici, luogo per luogo, sito per sito, indicando anche la provenienza dalle singole industrie, e lui, pentito davvero, l’ha raccontato. E’ quello che ha voluto riparare il male che aveva concorso a fare. Prima non aveva cultura ecologica, poi se l’e’ creata, ha detto dove sono state seppellite tonnellate di veleni, con i riscontri delle realta’ tumorali in quelle zone, Campania, Basilicata, Puglia, un disastro. Continua la lettura di Carmine Schiavone assassinato di Stato, parola del radicale Marco Pannella
Militari per “Bonifiche Camorra Free” e ad Acerra si coltivano le patate tra i veleni
La patata è per definizione chiamata il fiore di maggio. La piana del Pantano acerrano a cavallo tra le province di Napoli e Caserta è il regno della patata. Ettari su ettari di terreno argilloso coltivati a tuberi, compresi quelli che costeggiano il termovalorizzatore e la famigerata Montefibre. La valle suessolana, tra Calabricito e la Lenza Schiavone, è la terra di sversamenti illeciti. Lì i fratelli Giovanni e Cuono Pellini hanno salde le loro radici. In quella zona maledetta, un tempo cuore della Campania felix, alcuni imprenditori del settore ambientale hanno sversato tonnellate e tonnellate di rifiuti tossici e nocivi. Diossine, policlorobifenili, furani, morchie industriali, fanghi di depurazione: le campagne di Acerra sono imbottite di veleni e sostanze tossiche; imprenditoria criminale, politica asservita e forze dell’ordine colluse hanno provocato un disastro ambientale irreversibile. È degli ultimi giorni la scoperta da parte del nucleo di guardie ambientali acerrane di un terreno di due ettari e mezzo zeppo di rifiuti coltivato a patate.
La segnalazione è giunta agli ambientalisti volontari, vere sentinelle del territorio, da parte di un contadino nella scorsa settimana. Stamattina sono iniziati gli scavi: inerti, scarti ospedalieri, siringhe, plastica bruciata, i tecnici dell’Arpac hanno campionato il terreno in località Lenza Schiavone, all’incirca grande tre campi di calcio. Continua la lettura di Militari per “Bonifiche Camorra Free” e ad Acerra si coltivano le patate tra i veleni