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Gomorra sulla Domiziana: attori e camorristi, realtà come la fiction

Talmente calati nella parte da sembrare attori di lungo corso quelli impegnati nelle riprese di Gomorra, il film girato nel 2008 da Matteo Garrone e tratto dall’omonimo best seller di Roberto Saviano: i fatti hanno detto poi che alcuni di quei principianti non facevano altro che recitare nella finzione la parte che interpretavano anche nella vita di tutti i giorni. Con l’arresto a Castel Volturno (Caserta) del 35enne Azize Pjamaa, che in Gomorra interpretava se stesso, ovvero uno spacciatore di eroina, salgono a quattro gli attori della pellicola tratta dal libro di Saviano finiti in manette, tre dei quali proprio per quei reati di camorra commessi virtualmente anche davanti alla macchina da presa. Il primo fu uno dei boss di Castel Volturno, Giovanni Venosa, appartenente all’omonimo clan parte integrante dei casalesi, che in Gomorra recitava la parte del capo che intimava a due ragazzi di non intraprendere attivita’ sul suo territorio; Continua la lettura di Gomorra sulla Domiziana: attori e camorristi, realtà come la fiction

Cavalli, videopoker e slot-machine, 44 arresti della Dia di Napoli

Sono loro ad aver ereditato il compito di dirigere il clan e riorganizzare la gestione degli affari dopo i pesantissimi colpi inferti negli ultimi anni con la cattura dei capi storici. Ed e’ stata la famiglia Russo, in stretti rapporti con il boss Francesco Schiavone, detto Sandokan, l’obiettivo dell’operazione della Dia (Direzione investigativa antimafia) di Napoli che ha portato all’alba di oggi all’esecuzione di 44 misure cautelari: 28 di custodia in carcere (parte delle quali nei confronti di persone gia’ detenute), 11 agli arresti domiciliari e 5 divieti di dimora. Nel corso dell’operazione, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, sono state sequestrate cinque aziende attive nel settore delle slot machine e dei videopoker per un valore di dieci milioni di euro (uno degli affari piu’ lucrosi gestiti dalla cosca), 3200 slot distribuite in bar e vari locali della provincia di Caserta (ma anche in Lazio e in Toscana) e 30 immobili a Marano, in provincia di Napoli.    Le indagini si sono concentrate sul gruppo Schiavone-Russo, ritenuto il nucleo centrale del clan, alle dipendenze di Sandokan e di Giuseppe Russo, soprannominato ‘o Padrino, entrambi detenuti da anni in regime di 41 bis. Continua la lettura di Cavalli, videopoker e slot-machine, 44 arresti della Dia di Napoli

Estorceva il pizzo ai pusher, in cella il bidognettiano Gaetano Cerci

Chiedevano il pizzo “classico” ai commercianti ma vista la crisi del clan dei casalesi, ridotto ai minimi termini da arresti e pentimenti, non disdegnavano di farsi pagare dai pusher e dai raccoglitori di pigne. Ciò da quanto emerge dall’ultima indagine della Dda di Napoli sul clan della mafia casertana che oggi ha portato in cella, su ordine del gip Pietro Carola, nove persone. A finire in manette anche i capi del gruppo, Dionigi Pacifico, 53 anni, imparentato con la famiglia camorristica De Falco, e soprattutto il pruripregiudicato Gaetano Cerci, 50 anni, che alcuni anni fa, quando il clan ancora dettava legge, era il punto di riferimento nel lucroso settore dello smaltimento illecito dei rifiuti, una sorta di “vicerè” legatissimo da vincolo di parentela al superboss Francesco Bidognetti, alias Cicciotto e’ mezzanotte. Negli anni ’90 Cerci fu coinvolto in un’indagine sulla loggia massonica P2, poi con il crollo dell’impero casalese è divenuto negli ultimi anni il punto riferimento di un gruppo di estorsori che chiedeva il pizzo a tutti pur di raggranellare qualcosa. Continua la lettura di Estorceva il pizzo ai pusher, in cella il bidognettiano Gaetano Cerci

Sequestrato il tesoro di Grassia: estorsioni, investimenti illeciti e armi dalla ex Jugoslavia

Società, fabbricati e rapporti finanziari per circa 11 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Direzione investigativa antimafia (Dia) di Napoli all’imprenditore Francesco Grassia, 70 anni, arrestato nel 2000 e ritenuto legato alla fazione Zagaria del clan dei Casalesi. Grassia, in passato aveva preso parte al gruppo facente capo a Zagaria Vincenzo, Biondino Francesco e De Simone Dario, operante nell’agro aversano forniva appoggio logistico agli affiliati al clan, riscuoteva il pizzo, ne investiva i proventi e importava armi dalla ex Jugoslavia, tra cui a fucili a pompa, bombe a mano e mitragliatori silenziati. Sono stati numerosi i collaboratori di giustizia che hanno delineato la figura di imprenditore organico al clan dei casalesi di Francesco Grassia, particolarmente attivo nella riscossione di tangenti e nel reinvestimento dei proventi illeciti. Come quando negli anni Novanta acquistò un importante complesso immobiliare di Aversa, l’ex “fabbrica Della Volpe”. Dalle indagini emerse che l’acquisto da parte di una societa’ facente capo a Grassia e ad altri esponenti del clan avvenne per un prezzo nettamente inferiore al valore di mercato, proprio grazie all’appartenenza al clan dei casalesi. Continua la lettura di Sequestrato il tesoro di Grassia: estorsioni, investimenti illeciti e armi dalla ex Jugoslavia

Confiscato il patrimonio milionario dell’avvocato Santonastaso

Beni mobili e immobili per 8 milioni di euro sono stati confiscati dai Carabinieri di Caserta e dagli agenti della Dia di Napoli all’avvocato Michele Santonastaso, 54 anni, ex legale del boss del clan dei casalesi, Francesco Bidognetti, alias Cicciotto ‘e mezzanotte. A Santonastaso la Polizia di Stato ha anche notificato una misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di dimora nel comune di residenza della durata di 4 anni. L’avvocato e’ stato arrestato due volte, nel settembre del 2010 e nel 2011. Nel dicembre del 2014 il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere – collegio presieduto da Rosetta Stravino – ha condannato a 11 anni di reclusione l’ex avvocato del boss Bidognetti, per il reato di associazione di stampo camorristico, favoreggiamento e falsa testimonianza aggravati dall’aver agito per favorire un’associazione camorristica (articolo 7 dl 152/1991), per avere commesso una serie di reati finalizzati ad agevolare la fazione Bidognetti del clan dei casalesi, il clan Cimmino e il clan La Torre. Secondo gli investigatori ha anche fatto da collegamento tra il boss in carcere e i gregari sul territorio. La Dia gli ha confiscato quote societarie, autorimesse, ville, terreni, autovetture e 26 rapporti finanziari. I Carabinieri gli hanno invece sequestrato un locale ad uso studio a Napoli e confiscato depositi e numerosi appartamenti a Caserta. Continua la lettura di Confiscato il patrimonio milionario dell’avvocato Santonastaso