Il rampollo della famiglia Schiavone, il primogenito Nicola inizia a mietere le prime “vittime”. Da qualche mese ha iniziato a collaborare con la Giustizia. Interrogatori su interrogatori. Un fiume in piena. Al momento centinaia di pagine di verbali con dichiarazioni etero e auto accusatorie la cui fondatezza è al vaglio degli inquirenti. Alla Procura distrettuale Antimafia di Napoli è un pool intero di magistrati a lavorarci. Decine i filoni d’inchiesta che potrebbero aprire profondi squarci tra le sacche di resistenza di coloro che ancora hanno fiducia e come riferimento lo spietato clan dei casalesi. Omicidi, traffici illeciti, estorsioni. Pane quotidiano per colui che ha retto le sorti dell’esercito del male made in Casal di Principe per qualche lustro. Nicola Schiavone aveva un nome e una stirpe da difendere. Gli “agganci” con alcuni politici che hanno fatto parte dell’amministrazione comunale di Santa Maria Capua Vetere e il legame, stretto, con diversi imprenditori disposti a pagare tangenti al clan pur di aggiudicarsi gli appalti banditi dal Comune sammaritano. Continua la lettura di L’area griglia dell’imprenditoria del Male
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Trentola nelle mani del clan Zagaria, sequestrato il patrimonio dei Balivo
Nell’Agro aversano è in corso una battaglia senza pari. Da un lato lo Stato, dall’altro le forze del Male. Anche se con non poche difficoltà, gli organi deputati al controllo e alla sicurezza in una terra malata e stanca di subire le angherie di un esercito organizzatissimo e spudorato, stanno lentamente portando a casa risultati eccellenti. Le mafie oggi hanno cambiato camaleonticamnete il loro volto. A dimostrarlo sono le parole dello stesso Procuratore Nazionale Antimafia, Federico Cafiero de Raho: “la camorra non si occupa più, come avveniva prima, del settore dei rifiuti. Penso al clan dei casalesi, per cui i rifiuti erano come l’oro. Dopo il contrasto giudiziario e investigativo degli anni scorsi la situazione è cambiata. Continua la lettura di Trentola nelle mani del clan Zagaria, sequestrato il patrimonio dei Balivo
Aversa, i lavori pubblici li fanno i parenti dei mafiosi
Nella Terra di Gomorra la storia si ripete come altrove. E mai per caso. Le coincidenze non esistono. Gli uomini passano. Le parentele restano. Oggi ci sono sulla scena politico-amministrativa aversana i figli, i nipoti, compari. Certe appartenenze non si rinnegano. Mai. Quando ci fu la posa della prima pietra del mastodontico blocco di cemento del Villaggio Coppola che ha devastato l’intero Litorale Domitio c’era il Vescovo a rappresentanza della Chiesa che andava a braccetto con la politica che contava. Quella delle poltrone ministeriali, dei bottoni, dei compromessi. Quella politica che è stata il mandante morale delle fabbriche di clientele e profitti. Un regime plutocratico di natura ereditaria al gusto di baccalà. Continua la lettura di Aversa, i lavori pubblici li fanno i parenti dei mafiosi
A Gomorra anche le ambulanze nelle mani della camorra
Nella terra del famigerato clan dei casalesi anche i morti e i feriti sono fonte di guadagno. E il giro di affari è milionario, si fanno soldi a palate. Nell’Agro aversano pompe funebri e servizio di autoambulanze è per la gran parte nelle loro mani. Non solo appalti per le forniture e lavori. Mensa e servizi fino a qualche anno fa erano un’esclusiva casalese, un pozzo senza fondo che alimentava le casse del clan ed era anche sistema per “gestire il consenso”. La sanità era ed è una ‘preda’ particolarmente amata dalla criminalità organizzata, che la utilizza non solo cercando di controllare gli appalti ma anche “interferendo nelle liste d’attesa”. A mettere in guardia è il presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone. Continua la lettura di A Gomorra anche le ambulanze nelle mani della camorra
Gli Inquieto, una famiglia al servizio del boss Michele Zagaria
“Questi sono roba mia”. Parola di Michele Zagaria. Che un ramo della famiglia Inquieto fosse al servizio del superboss Michele Zagaria è cosa nota. Il 7 dicembre del 2011, dopo più di 15 anni di latitanza, Capastorta fu stanato e assicurato alla Giustizia dalla Polizia e dalla tenacia del giovane pubblico ministero della DDA di Napoli Catello Maresca, proprio mentre era “ospite” in Via Mascagni a Casapesenna nella casa di Vincenzo Inquieto, il tubista, e la moglie Rosaria Massa. Vivandieri e consulenti personali assoldati dal boss. Ogni desiderio della primula rossa veniva prontamente esaudito da Inquieto e da tutta la famiglia. In cambio di protezione e soprattutto vil danaro. Soldi in cambio della dignità svenduta. Continua la lettura di Gli Inquieto, una famiglia al servizio del boss Michele Zagaria