Quando si tratta di monnezza dietro c’è sempre un sistema. Sono decenni che i magistrati delle Procure campane ci lavorano. Basta individuare la testa. Le teste. I cerberi nell’affaire rifiuti sono sempre più di uno. Sì, perchè a volte i protagonisti in campo ambientale sono tanti. Servono tante teste. Quelle di legno soprattutto tra i politici, tra gli imprenditori, tra i faccendieri. Se c’è un corrotto c’è anche sempre un corruttore. Se c’è l’appalto dei rifiuti in mezzo la maglia si allarga: il filo d’Arianna è lungo, lunghissimo in alcuni casi. Qualcuno aveva tentanto agli inizi degli anni ’90 di raccontare tutto ai pubblici ministeri che indagavano sugli affari del clan Puccinelli-Perrella del Rione Traiano. “Dottò a monnezza è oro”. I Re Mida nel frattempo sono diventati tanti. A spese dei cittadini che, molte volte incoscienti, subiscono le angherie di chi ha fiutato l’affare e che alle loro spalle procede, contratta, cambia riferimenti, illude chi si ferma a parlare. Continua la lettura di L’ombra della mafia casalese negli appalti dei rifiuti
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Aversa, i lavori pubblici li fanno i parenti dei mafiosi
Nella Terra di Gomorra la storia si ripete come altrove. E mai per caso. Le coincidenze non esistono. Gli uomini passano. Le parentele restano. Oggi ci sono sulla scena politico-amministrativa aversana i figli, i nipoti, compari. Certe appartenenze non si rinnegano. Mai. Quando ci fu la posa della prima pietra del mastodontico blocco di cemento del Villaggio Coppola che ha devastato l’intero Litorale Domitio c’era il Vescovo a rappresentanza della Chiesa che andava a braccetto con la politica che contava. Quella delle poltrone ministeriali, dei bottoni, dei compromessi. Quella politica che è stata il mandante morale delle fabbriche di clientele e profitti. Un regime plutocratico di natura ereditaria al gusto di baccalà. Continua la lettura di Aversa, i lavori pubblici li fanno i parenti dei mafiosi
Il pm Catello Maresca: i beni confiscati, un’occasione persa per la Provincia di Caserta
Quando un Uomo delle Istituzioni fa il suo dovere è parte della storia. Perchè ha contribuito a scrivere la rinascita di una terra maledetta. Quando poi questo giovane uomo è uno che con la sua dedizione e professionalità è diventato uno dei pochi esempi da seguire, oltre alla Storia, è un uomo che entra nei cuori di chi quotidianamente, con sofferenza, tenta di andare avanti affrontando problemi endemici. Attualmente il pubblico ministero Catello Maresca è un magistrato in servizio alla Procura di Napoli e si occupa di combattere i reati nella pubblica amministrazione e di antiterrorismo. È uno che ha fatto tanto per la nostra terra. È entrato giovanissimo nella squadra alla direzione distrettuale antimafia di Napoli. Con il pool anticamorra ha contrastato per un decennio le attività criminali del clan dei casalesi. Migliaia di criminali inquisiti. Secoli e secoli di condanne per gli imputati nei processi in cui ha rappresentato la Pubblica Accusa. Un vero Uomo di Giustizia. Continua la lettura di Il pm Catello Maresca: i beni confiscati, un’occasione persa per la Provincia di Caserta
Ingerenze dei casalesi negli appalti all’ospedale di Caserta, 24 arresti tra politici e colletti bianchi
Giacca e cravatta, sempre impeccabile, ossequiato da tutti, lo si vedeva puntuale ogni mattina aggirarsi per i corridoi con l’aria di chi comanda e sa farsi rispettare. E per quanto in quell’ospedale non rivestisse alcun ruolo, il geometra Francesco Zagaria faceva valere il peso di un cognome che a Caserta e dintorni incute timore: era lui infatti che decideva tutto, curava i rapporti con politici e amministratori, stabiliva a chi assegnare gli appalti e le quote che dovevano essere versate alla famiglia. Cognato della ex primula rossa dei Casalesi Michele Zagaria, rappresenta la figura centrale dell’inchiesta della Dda di Napoli che ha portato oggi all’esecuzione di 24 ordinanze di custodia (10 in carcere e 14 ai domiciliari) – con accuse che vanno dall’associazione mafiosa, corruzione, turbativa d’asta e abuso ufficio – a conclusione di una indagine sugli appalti truccati all’azienda ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta. Le indagini della Dia, coordinate dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli e dai pm Antonello Ardituro (ora al Csm) e Alessandra Lucchetta, hanno svelato che l’ospedale era sotto il dominio pieno e incontrollato della cosca degli Zagaria, fazione del clan dei Casalesi del comune di Casapesenna. I magistrati parlano di “una pervasiva e consolidata rete di connivenze e collusioni, sotto la regia dei boss della camorra casertana, tra appartenenti al mondo della pubblica amministrazione, della politica e dell’imprenditoria”. Continua la lettura di Ingerenze dei casalesi negli appalti all’ospedale di Caserta, 24 arresti tra politici e colletti bianchi
Tentata concussione, arrestato il Presidente del Consiglio regionale campano Paolo Romano
Il presidente del Consiglio regionale della Campania Paolo Romano è stato arrestato dai finanzieri del Comando provinciale di Caserta. Nei suoi confronti è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari, richiesta dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere. Paolo Romano, esponente del Nuovo Centrodestra, è candidato per la lista Ncd-Udc alle elezioni europee di domenica 25 maggio nella circoscrizione Italia meridionale. I fatti che hanno portato all’esecuzione, nei suoi confronti, di un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari riguarderebbero una tentata concussione al direttore generale dell’Asl di Caserta, Paolo Menduni. Un “accordo politico” che prevedeva la spartizione di incarichi apicali nella pubblica amministrazione regionale. A questo avrebbe fatto riferimento Paolo Romano, presidente del Consiglio regionale della Campania, nei suoi incontri con il direttore generale dell’Asl Caserta Paolo Menduni al fine di costringerlo a nominare persone di sua fiducia quali direttore sanitario e direttore amministrativo dell’ente, nonché al vertice del Distretto sanitario di Capua. Romano, scrive il procuratore della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere Corrado Lembo, “ha per lungo tempo abusato della sua qualità pubblica” e avrebbe “contattato in diverse occasioni Menduni, minacciando gravi conseguenze qualora non avesse assecondato la sua volontà, quali ispezioni e controlli amministrativi presso l’ente pubblico”. Continua la lettura di Tentata concussione, arrestato il Presidente del Consiglio regionale campano Paolo Romano