“La corruzione è un virus sociale che infetta tutto, serve maggior cultura della trasparenza tra enti pubblici, settore privato e società civile”. Non lo dice un dispositivo del Tribunale, non lo scrive un magistrato, né è scritto in un manifesto pubblico. A descrivere un contesto a tinte fosche completamente dominato dal cancro della corruzione è Papa Francesco nella sua recente visita in Sud America. Un continente in preda ad una tangentopoli nella gestione del potere senza precedenti. E come è solito fare il Papa non usa mezze parole, non si scherma dietro i velluti dello sfarzoso palazzo del Palacio del Gobierno di Lima. “Uniti per difendere la speranza” recitava il testo del discorso papale: “implica maggior cultura della trasparenza tra enti pubblici, settore privato e società civile, e non escludo le organizzazioni ecclesiastiche. Nessuno può dirsi estraneo a questo processo; la corruzione è evitabile ed esige l’impegno di tutti. Continua la lettura di L’architetto indagato chiamato dall’Antimafia va a Roma a spese dei cittadini
Aversa in Parlamento, pochi fatti e tante ombre
Il 4 marzo prossimo i cittadini italiani sono chiamati a votare per rinnovare i due rami del Parlamento. Chi si candiderà a rappresentare le istanze dei cittadini della martoriata terra di Gomorra? Boh! Circolano dei nomi di possibili papabili, ma al momento tanto caos e soprattutto tante chiacchiere da bar sport. La Città di Aversa che dal ’46, tranne rarissime occasioni, è stata sempre rappresentata da parlamentari nati e cresciuti nella città millenaria fondata dai normanni, rischia questa volta di rimanere senza rappresentanza. Campanilismo? Provincialismo? Aversa e l’intero Agro aversano erano il fiore all’occhiello della provincia di Terra di Lavoro. Nel bene e nel male. Il primo deputato di camorra definito tale nell’aula della Camera dei Deputati è stato un aversano, don Peppuccio Romano. Continua la lettura di Aversa in Parlamento, pochi fatti e tante ombre
Il sanguinario Zagaria: “all’ex sindaco Zara lo avrei ucciso a modo mio”
“Se avessi voluto uccidere Giovanni Zara lo avrei fatto con o senza Barone, e non lo avrei fatto con un incidente, ma a modo mio”. Dichiarazioni choc quelle rilasciate spontaneamente dal boss dei casalesi Michele Zagaria, collegato in video-conferenza con il tribunale di Santa Maria Capua Vetere, al processo che lo vede imputato insieme con Fortunato Zagaria (sono solo omonimi, ndr), ex sindaco di Casapesenna, suo paese d’origine, per il reato di violenza privata con l’aggravante mafiosa commessa ai danni di un altro ex primo cittadino di Casapesenna, Giovanni Zara. Parole talmente gravi, che potrebbero celare un messaggio criptato verso l’esterno. Continua la lettura di Il sanguinario Zagaria: “all’ex sindaco Zara lo avrei ucciso a modo mio”
L’ex pm Ardituro (Csm) lancia l’allarme, aiutateci Napoli si spegne
“Aiutateci!! Perché da soli non ce la facciamo. Napoli così si spegne e da soli non ce la facciamo. È la storia che lo dice. Ne dobbiamo prendere atto e chiedere aiuto. Pretendere aiuto”. È l’incipit di una lettera aperta del consigliere del Csm Antonello Ardituro – ex pm della Dda di Napoli, titolare di importanti inchieste sulla criminalità organizzata – scritta in seguito al numero atti di violenza da parte di baby gang avvenute a Napoli e in provincia. “Accadono – si legge nella lettera – cose che, quando accadono (perchè accadono) in altre città, vengono percepite come straordinariamente drammatiche, campanelli d’allarme sui cui si innesta una reazione vera. Lo Stato interviene. Qui no”. Continua la lettura di L’ex pm Ardituro (Csm) lancia l’allarme, aiutateci Napoli si spegne
L’amministrazione aversana, più pompieri che uomini al servizio della cosa pubblica
Capita spesso di leggere i media online locali. Più per divertimento che per capire le cose come stanno. Anche perché, ormai è cosa evidente e nota, che l’Amministrazione comunale ha professionisti della penna che sanno esprimere il meglio a “chiamata”. Sarebbe opportuno affidare ulteriore delega a qualche fido del sindaco Enrico De Cristofaro. Alla comunicazione su chiamata. Chi scrive con la penna e non con la lingua, dopo lo spento consiglio comunale che ha chiuso il 2017, quello dei proclami e della “vittoria” giudiziaria dell’architetto indagato, aspettava la conferenza stampa di fine d’anno. Nulla. Il primo cittadino ha preferito un manifesto ai giornalisti. Scelta legittima, di opportunità. Nulla questio. La stampa libera resta in attesa, attonita, stanca di leggere le comunicazioni attraverso la voce o la lingua di qualcuno. Continua la lettura di L’amministrazione aversana, più pompieri che uomini al servizio della cosa pubblica