Non sono ancora stati ultimati i lavori dei tecnici comunali per l’identificazione dei 28 terreni di Villa Litemo, che il governo nel suo rapporto sulla Terra dei fuochi ha indicato come inquinati e su cui pende la spada di Damocle dell’eventuale emanazione del divieto di coltivazione, mentre è già deciso lo stop alla commercializzazione. Dopo circa due settimane di lavoro, incentrate soprattutto sulla «decriptazione» delle coordinate fornite dai ministeri dell’Ambiente, dell’Agricoltura e della Salute, amministratori e tecnici sono comunque riusciti a raggiungere qualche obiettivo. «Tutti i terreni classificati a “rischio quattro”, ovvero quelli che si avvicinano maggiormente al massimo grado di pericolo, si trovano in aree che non sono utilizzate per la coltivazione», dice il sindaco Nicola Tamburrino, che cerca di calmare l’ambiente, oramai in fibrillazione dopo che sono stati pubblicati i dati in cui Villa Litemo è stata segnalata come l’area dove ci sono la maggior parte dei terreni inquinati.
Secondo i risultati prodotti dal Comune, dunque, i terreni a «rischio quattro» sono tutti ubicati al confine con CastelVolturno, «in un’area che ha una falda acquifera superficiale ed è interessata dalla presenza di acqua proveniente dal mare, quindi inadatta alle coltivazioni» Continua la lettura di Nel casertano agricoltori in trincea, ci dicano che fare