Sequestrato il tesoro di Grassia: estorsioni, investimenti illeciti e armi dalla ex Jugoslavia

Società, fabbricati e rapporti finanziari per circa 11 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Direzione investigativa antimafia (Dia) di Napoli all’imprenditore Francesco Grassia, 70 anni, arrestato nel 2000 e ritenuto legato alla fazione Zagaria del clan dei Casalesi. Grassia, in passato aveva preso parte al gruppo facente capo a Zagaria Vincenzo, Biondino Francesco e De Simone Dario, operante nell’agro aversano forniva appoggio logistico agli affiliati al clan, riscuoteva il pizzo, ne investiva i proventi e importava armi dalla ex Jugoslavia, tra cui a fucili a pompa, bombe a mano e mitragliatori silenziati. Sono stati numerosi i collaboratori di giustizia che hanno delineato la figura di imprenditore organico al clan dei casalesi di Francesco Grassia, particolarmente attivo nella riscossione di tangenti e nel reinvestimento dei proventi illeciti. Come quando negli anni Novanta acquistò un importante complesso immobiliare di Aversa, l’ex “fabbrica Della Volpe”. Dalle indagini emerse che l’acquisto da parte di una societa’ facente capo a Grassia e ad altri esponenti del clan avvenne per un prezzo nettamente inferiore al valore di mercato, proprio grazie all’appartenenza al clan dei casalesi. Continua la lettura di Sequestrato il tesoro di Grassia: estorsioni, investimenti illeciti e armi dalla ex Jugoslavia

Confiscato il patrimonio milionario dell’avvocato Santonastaso

Beni mobili e immobili per 8 milioni di euro sono stati confiscati dai Carabinieri di Caserta e dagli agenti della Dia di Napoli all’avvocato Michele Santonastaso, 54 anni, ex legale del boss del clan dei casalesi, Francesco Bidognetti, alias Cicciotto ‘e mezzanotte. A Santonastaso la Polizia di Stato ha anche notificato una misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di dimora nel comune di residenza della durata di 4 anni. L’avvocato e’ stato arrestato due volte, nel settembre del 2010 e nel 2011. Nel dicembre del 2014 il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere – collegio presieduto da Rosetta Stravino – ha condannato a 11 anni di reclusione l’ex avvocato del boss Bidognetti, per il reato di associazione di stampo camorristico, favoreggiamento e falsa testimonianza aggravati dall’aver agito per favorire un’associazione camorristica (articolo 7 dl 152/1991), per avere commesso una serie di reati finalizzati ad agevolare la fazione Bidognetti del clan dei casalesi, il clan Cimmino e il clan La Torre. Secondo gli investigatori ha anche fatto da collegamento tra il boss in carcere e i gregari sul territorio. La Dia gli ha confiscato quote societarie, autorimesse, ville, terreni, autovetture e 26 rapporti finanziari. I Carabinieri gli hanno invece sequestrato un locale ad uso studio a Napoli e confiscato depositi e numerosi appartamenti a Caserta. Continua la lettura di Confiscato il patrimonio milionario dell’avvocato Santonastaso

La parabola di Lorenzo Diana, da eroe anticamorra a indagato

“Dopo le condanne inflitte serve piu’ che mai innalzare la guardia perche’ maggiori sono i rischi derivanti dalla sfida lanciata allo Stato dai Casalesi, il piu’ potente clan della camorra”. Cosi’ tuonava Lorenzo Diana, 64 anni e fama di politico anti camorra costruita in tanti anni di Parlamento e di battaglie in Terra di Lavoro, all’indomani della sentenza del processo Spartacus (giugno 2008). Componente della commissione Antimafia, premio Borsellino, membro di diverse associazioni coinvolte nell’anti racket (su tutte la fondazione Caponnetto), tra i pochi, pochissimi politici citati da Roberto Saviano nel suo best seller “Gomorra” come un eroe della lotta alle mafie.    Un cursus honorum di paladino dell’anti camorra di tutto rispetto, quello di Lorenzo Diana, che fa a pugni con l’ accusa piovutagli sul capo di concorso esterno in associazione mafiosa, per la quale risulta indagato nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Napoli sugli appalti della Cpl Concordia per la metanizzazione nel Casertano che ha portato a sei arresti. Accuse gravi, sostenute in virtu’ di quel ruolo di “facilitatore della realizzazione delle opere nel Bacino Campania 30” che secondo i pm avrebbe svolto nella consapevolezza che gli appalti avrebbero favorito alcune imprese in odore di camorra, e tanto piu’ infamanti per chi come lui da sempre e’ in prima linea quando in gioco c’e’ la legalita’. Continua la lettura di La parabola di Lorenzo Diana, da eroe anticamorra a indagato

I rifiuti campani nelle discariche pugliesi. Il traffico transfrontaliero non si arresta

Nel distretto di Bari “abbiamo trovato e continuiamo a trovare rifiuti tombati provenienti dalla Campania”. Lo ha detto il pm barese Renato Nitti, commentando i dati del rapporto Ecomafia 2015 di Legambiente presentato questa mattina a Bari. Nitti ha sottolineato, pero’, che sono “pochissimi i casi accertati di infiltrazioni di organizzazioni mafiose negli illeciti ambientali scoperti sul nostro territorio”. Una delle piu’ importanti indagini del 2014 riguarda proprio un traffico organizzato di rifiuti dalla Campania in Puglia, l’operazione ‘black land’, con migliaia di tonnellate di rifiuti speciali non trattati, provenienti da impianti di compostaggio e di stoccaggio e smaltiti illecitamente nel Foggiano. Continui gli accertamenti che hanno consentito di scoprire rifiuti pericolosi e non, tombati in diverse localita’: in una ex cava sita a Grottelline in agro di Spinazzola (Ba), nel Torrente Picone, in agro di Sannicandro di Bari, in area sottoposta a vincolo paesaggistico, e in localita’ Santa Fara nel Comune di Bari, dove e’ stato trovato anche amianto frantumato. Continua la lettura di I rifiuti campani nelle discariche pugliesi. Il traffico transfrontaliero non si arresta

Scavi nella discarica segnalata da Schiavone nel ’95, dai rifiuti cimiteriali alle sacche di sangue

Fanghi provenienti probabilmente dalla pulizia dei Regi Lagni, rifiuti dell’attività edile, stradale e di origine urbana, cimiteriale e ospedaliera, sono stati rinvenuti in un terreno (Masseria Simeone), appartenuto alla famiglia di medici Del Genio di San Cipriano d’Aversa, dietro lo stadio a Casal di Principe  durante gli scavi eseguiti dal Corpo Forestale dello Stato (Comando Provinciale di Napoli) su delega della Dda partenopea, che sta indagando da tempo sui rifiuti interrati dal clan dei Casalesi. L’attivita’ di indagine e’ partita in seguito alle dichiarazioni di alcuni pentiti di vecchia data, tra cui Carmine Schiavone, morto a febbraio dello scorso anno. Gli scavi, iniziati sette giorni fa in un terreno privato nei pressi dello stadio di Casal di Principe ubicato tra campi coltivati e confinante con un pioppeto, sono effettuati dalle ruspe dei vigili del fuoco; nell’area c’era una discarica riempita quasi 30 anni fa con materiale proveniente dai lavori della vicina superstrada Nola-Villa Literno. Continua la lettura di Scavi nella discarica segnalata da Schiavone nel ’95, dai rifiuti cimiteriali alle sacche di sangue