Il clan dei casalesi ha ramificazioni ovunque. Nella terra di Gomorra soprattutto. L’Agro aversano è stato il campo di battaglia della “formazione” degli imprenditori del crimine organizzato made in Casal di Principe. Nel pubblico come nel privato, non si muoveva una foglia se i reggenti del clan non erano messi al corrente e davano il lascia passare. Per qualsiasi tipo di iniziativa. Gli appalti soprattutto. Sangue e cemento in odore di piombo. Quarant’anni circa di dominio assoluto. Chi doveva contrastare questa espansione imprenditorial-criminale è stato nella migliore delle ipotesi a guardare, inerme, uno spettacolo che ha reso la nostra terra un deserto senza sabbia. Una cosa è certa: lo Stato non ha dato le possibilità che ha dato il clan. Un paradosso, ma è la nuda e cruda realtà di un territorio abbandonato, una terra maledetta dove l’Antistato, il Male è riuscito a dare quelle sicurezze che il Bene stentava a dare. L’ultima operazione della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli dimostra il potere della piovra casalese sia arrivata a conquistare mercati lontani. Una brillante operazione eseguita dalla Direzione Investigativa Antimafia (DIA – nda) di Napoli ha smascherato un’operazione immobiliare dal valore di diverse centinaia di milioni di euro in Romania. A finire nella maglia della Giustizia sono finiti i fratelli aversani Nicola e Giuseppe Inquieto, di 43 e 48 anni anni, il primo residente in Romania. Appartamenti, ville di lusso, società e centri benessere: il tesoro del boss dei casalesi Michele Zagaria si trovava nel sud della Romania, gestito dai due imprenditori legati all’ex primula rossa della camorra, catturato nel 2011 dopo una lunghissima latitanza. Il patrimonio immobiliare è stato individuato dagli investigatori della DIA. Nell’operazione “Transilvania”, i due aversani sono accusati di partecipazione ad associazione per delinquere di tipo mafioso. Le indagini su Nicola Inquieto, che è stato arrestato a Pitești, hanno portato alla scoperta di un imponente patrimonio societario e immobiliare in Romania, tra imprese di costruzione, centri benessere, varie centinaia di appartamenti già ultimati o in costruzione. In Romania il clan aveva realizzato una sorta di “testa di ponte” e gli Inquieto rappresentavano il bancomat dell’organizzazione fornendo il denaro in contanti per le esigenze degli esponenti della cosca e delle famiglie dei detenuti. Una indagine basata su intercettazioni telefoniche e ambientali e sulle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia, con il coordinamento della Procura di Napoli. I fratelli Inquieto avrebbero avuto anche un ruolo strategico e fiduciario nella gestione di una fase della latitanza di Michele Zagaria. Il boss fu catturato il 7 dicembre di sette anni fa dalla polizia in un bunker a Casapasenna realizzato proprio dagli Inquieto. L’inchiesta è durata circa due anni ed è stata svolta in collaborazione con l’autorità giudiziaria e gli organi di polizia romeni, con il coordinamento di Eurojust e del servizio Interpol. Fondamentali sono risultate le indagini sulla documentazione bancaria e finanziaria. A fronte dell’ingente patrimonio gestito in Romania, i fratelli risultavano pressochè nullatenenti in Italia, come emerge dalle dichiarazioni dei redditi. Nicola Inquieto conosciuto come Nicola o’chiattone o Nicola “Tyson”, quando abitava ad Aversa, alla fine degli anni ‘90 si arrangiava a vendere musicassette con un’ape al Borgo della città. Un’attività illegale che gli permetteva di campare. Nicola Tyson con la sua voce neomelodica allietava gli amici di tavola a suon di classici napoletani durante le cene a base di pesce nei ristoranti dell’Agro e del litorale domiziano-flegreo. Uno spassoso chansonnier in salsa casalese che cambia vita quando conosce una prostituta che batte a Teverola con la sorella. L’uomo se ne innamora. È lo stesso Inquieto-Tyson che intercettato ne parla ad un amico nel 2009: “io a Simona l’ho conosciuta per strada 11 anni fa, prostituta. L’ho presa con me in macchina, l’ho fatta donna (signora)”. Nicola e Simona vivevano di espedienti, due poveracci stracciafacenti alla ricerca di qualcosa per andare avanti. Intanto con Simona Voicu nasce un’intensa storia d’amore e d’affari soprattutto. Gli uomini che un tempo erano vicino a zi’ Michele Zagaria, oggi pentiti, ne raccontano l’evoluzione del rapporto. Il collaboratore di giustizia Massimiliano Caterino riferisce: “so che a Nicola Inquieto è stata finanziata da Michele Zagaria l’apertura di un negozio di telefonia ed elettrodomestici, nel 2000”. Nicola e Simona, come tutta la famiglia Inquieto, possono essere utili alla latitanza di capastorta, che gli fa aprire un negozio di telefoni nella piazza Petrillo a Casapesenna e gli compra casa a San Cipriano. Intanto Nicola e Simona convolano a nozze con quei pochi spiccioli che erano riusciti a mettere su. A gennaio del 2004 succede un imprevisto: i carabinieri scorgono nella casa acquistata da zi’ Michele, ma intestata a Nicola Inquieto a San Cipriano, un covo murato al quale si accedeva tramite un ascensore interno. Nel bunker veniva trovato dai militari Zagaria Carmine, il fratello di capastorta. A seguito di questo ritrovamento, Michele Zagaria “si arrabbia tanto e manda in esilio Nicola Inquieto in Romania”. Lo raccontano i pentiti ai magistrati: “Nicola Inquieto fu picchiato da Zagaria ed “esiliato” in Romania paese natale della moglie”. Michele Zagaria pensava agli affari, non voleva casini. Serviva una rete collaudata che non creava problemi e tenesse lontane le forze dell’ordine. Nel 2004 Nicola Inquieto inizia la sua “seconda vita”. Un vero “esilio” dorato quello vissuto in Romania “con i soldi dei casalesi”. Gli regala circa 50 mila euro da reinvestire. Nicola fonda la holding di famiglia, la ITALY CONSTRUCTI Srl. In pochi anni, passa da commerciante di musicassette di contrabbando al Borgo di Aversa a gestire un patrimonio miliardario. Circola solo in auto di lusso (Ferrari, BMW e Mercedes – nda). Porta fisso il Rolex sul braccio. Nella periferia di Pitești, città gemellata con Caserta dal 1975 (data di nascita del chiattone), si è costruito una villa-fortezza imperiale da mille metri quadri con decine di stanze pronte ad ospitare familiari e amici, piscina, arazzi e stucchi. Una vita da uomo di affari e miliardario che hanno fatto di Nicola Inquieto un vero re lì nella tranquilla pianura romena della regione dell’Argeș. Tre matrimoni e due figlie, Imma e Rita. Nel 2008 si separò violentemente da Simona da cui non ebbe nessun figlio e sposò Camelia Cernatescu. Alla festa nuziale a base di neomelodici e molluschi partenopei, parteciparono parenti ed amici giunti dall’Italia. Numerosi gli aversani. Tutti sul groppone di Nicola Tyson, aereo compreso. Stessa scena al matrimonio contratto con l’attuale moglie, la bellissima Ioana Petrescu, da cui ha avuto l’anno scorso la piccola Rita. Nicola Inquieto in Romania, impara subito la lingua, serve ad intrattenere le amicizie con i ras della politica del posto che si vendono per un piatto di fagioli. Gli agganci con le forze dell’ordine locali aprono le strade a qualsiasi tipo di cosa. Nonostante qualche piccolo problema con la giustizia romena, Inquieto riesce ad intessere una straordinaria rete di amicizie utili per la gestione del comando. Le forze del male casalesi gli hanno fatto scuola. Siciliani, calabresi, napoletani, imprenditori in odore di mafie. Tutti ai suoi piedi quando si tratta di fare affari in terra di Romania. La compravendita di terreni e case la sua fortuna economica, ha gestito per 14 anni il tesoro di Michele Zagaria: “io ho anche degli amici a casa a cui devo mandare dei soldi perché sono in carcere e le mogli non possono andare al colloquio… io ho delle cose da mantenere a casa… ogni volta che andavamo a casa passavamo per più di 10-15 case, questo per te, questo per te”. Imperatore delle costruzioni nella terra di Dracula al servizio delle famiglie mafiose nella natia Gomorra.