Quando un amministratore diligente, intelligente e capace vuole fare le cose perbene si affida agli uomini migliori. E quando si tratta di materie tecniche la cosa migliore è affidarsi a uomini di alto spessore professionale. Nelle amministrazioni pubbliche dell’Agro aversano e del Nord napoletano però le cose, evidentemente, seguono altre strade. Se c’è bisogno di rilasciare un permesso a costruire, una licenza edilizia, una variazione tecnica, meglio si uno si affida ad un professionista aduso a certi modus operandi di altri tempi. Non è un caso che, tra le province di Napoli e Caserta, si sono rimpallati sempre gli stessi professionisti a capo degli uffici tecnici. Nell’ultima operazione dei carabinieri del Ros che ha visto finire in carcere i fratelli Cesaro con l’accusa di aver stretto un patto con il clan camorristico dei Polverino di Marano, emerge una figura di ingegnere ben poco misteriosa, e nota alle cronache. Stando alle carte un vero dominus degli uffici tecnici. L’ingegnere Gennaro Pitocchi nel corso della sua carriera ha collezionato numerosissimi incarichi nei comuni del casertano e nella zona cerniera della città metropolitana di Napoli. Tra l’altro fu denunciato nel giugno del 2008 per abuso di ufficio per la nota vicenda “affare Texas” di Aversa. Nel corso della sua carriera il Pitocchi è stato soltanto sfiorato da numerose inchieste giudiziarie penali e della Corte dei Conti. Fino a quando non scoppia il caso Area PIP di Marano. Ogni volta mostrava i muscoli, sapeva dove e quando essere utile. Ogni volta si sentiva un papavero “intoccabile” della pubblica amministrazione. Del “tecnico al servizio dei Cesaro” il gip scriveva che “non sia destinatario della richiesta cautelare del Pubblico Ministero appare indispensabile compiere alcuni approfondimenti sulla sua persona”. Dopo il “grido” d’allarme del Giudice per le indagini preliminari, i pubblici ministeri della DDA sono corsi subito ai ripari. Gennaro Pitocchi è stato iscritto formalmente nel registro degli indagati ed è stato sentito finora un paio di volte. “L’attribuzione dell’incarico all’ingegnere Pitocchi” – stando alle carte – “fosse una condizione imprescindibile per il conseguimento degli illeciti guadagni”. È il Gip Francesca Ferri ha delinearne la figura di professionista: “Pitocchi nell’Ufficio Tecnico del comune di Marano ove fu trasferito per volontà dei Cesaro, poco dopo essersi insediato ed in un solo giorno firmò ben ventidue licenze edilizie in favore della società Iniziative Industriali della famiglia Cesaro, superando le perplessità e gli approfondimenti richiesti dall’Ingegnere Micillo, predecessore del Pitocchi, che non le aveva rilasciate”. Il Gip ne traccia una figura apparentemente di un funzionario modello, solerte ed interessato a tutelare gli interessi del territorio. Eppure, le indagini dei ROS, sia tecniche sia dichiarative, inducono a conclusioni diverse: “sulla figura di Pitocchi non ci si stupisce della circostanza che lo stesso sia stato nominato capo dell’ufficio tecnico di Marano ad onta delle incompatibilità, quanto meno amministrative, poi rilevate dal dirigente del personale del comune di Marano, Di Biase”. A comandare all’ufficio tecnico doveva andare un uomo di fiducia dei Cesaro, pronto, cioè, a curarne gli interessi, in spregio alle finalità e agli interessi pubblici coinvolti nell’investimento del PIP. “Pitocchi rilascia in tutta fretta i permessi per costruire i capannoni nella piena consapevolezza della carenza documentale e, solo dopo, in modo illecito si sarebbe provveduto a ‘mettere a posto le carte’ ricorrendo, appunto, a ‘carte false’”. E continua: “i militari del ROS hanno accertato che effettivamente Pitocchi firmò la concessione edilizia in favore dalla Yorik s.r.l. (società proprietaria dell’a ex Texas – nda) e in data 17.09.2007 a seguito di tale autorizzazione, unitamente ad altre decisioni prese e non accolte favorevolmente dall’amministrazione comunale e dal sindaco Domenico Ciaramella, fu costretto a dimettersi”. L’interesse dei Cesaro per la Texas, come si evince da un’intercettazione ambientale nel maggio dell’anno scorso captata nello studio di uno degli imprenditori arrestati a Marano, Antonio Di Guida, non è mai tramontato. Intanto al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere pende già un procedimento penale a carico, tra gli altri, di Aniello Cesaro e dell’onnipresente Gennaro Pitocchi. Un papavero, dunque, che nella sua stagione migliore ha avuto contemporaneamente un incarico al comune di Santa Maria Capua Vetere, quello di responsabile dei servizi cimiteriali di Teverola ed era capo dell’Ufficio Tecnico del comune di Marano. Forse sarebbe il caso, una buona volta, di schiarire questo quadro a tinte foschissime. I cittadini onesti lo meritano. Non hanno bisogno di uno buono per tutte le stagioni.