L’Interpol e gli uonini della Polizia di Napoli hanno rintracciato ed arrestato il superlatitante Pasquale Scotti nel pomeriggio di oggi in Brasile. “Pasqualino ‘o collier”, chiamato così per aver donato un collier di 30 milioni alla fidanzata di Raffaele Cutolo, si nascondeva a Recife in Brasile e usava il nome di Francisco de Castro Visconti. Aveva due figli e una moglie. Torno alla sera del 24 dicembre del 1984. Era rinchiuso in un reparto dell’ultimo piano dell’ospedale di Caserta. Con attrezzi, ed una fune, fattigli pervenire non si sa come, riuscì a segare le sbarre della finestra e, poi, a calarsi giù fino al primo piano dal quale saltò sulla strada dove alcuni complici erano ad attenderlo con una vettura. Era stato portato nell’Ospedale casertano da una “prigione segreta” – forse una caserma dei carabinieri o della polizia – nella quale era custodito, perché secondo indiscrezioni dell’epoca “superpentito”. Aveva, infatti, ricevuto molte minacce. Scotti era stato uno dei più sanguinari “capi-zona” di Raffaele Cutolo in Campania. Nella zona di Caivano, dove era stato catturato, aveva imposto con il terrore la sua presenza: saccheggi, estorsioni, tentativi di omicidio non si contavano. Continua la lettura di Stanato in Brasile il “superpentito” e boss sanguinario Pasquale Scotti
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Carmine Schiavone assassinato di Stato, parola del radicale Marco Pannella
“C’e’ un morto, si chiama Carmine Schiavone, credo assassinato di Stato pochi giorni fa, perche’ questo capo camorra, questo assassino si e’ pentito davvero, ha raccontato quello che ha fatto di peggio, di strage, la strage e’ reato di pericolo”: cosi’ Marco Pannella intervenendo oggi a Montelupo Fiorentino dal palco del XV congresso dell’Associazione Radicale Fiorentina Andrea Tamburi. “Questo qui si accorge che facendo il suo mestiere di assassino, di camorrista, ma con delle regole, ha contribuito ad infestare non solo l’intera terra dei fuochi ma per dieci anni, dodici, con l’aiuto e per richiesta dello stato, a riempire e a fare di quei luoghi strage, perche’ la strage e’ un reato di pericolo, e’ quella che si prepara e viene. Oggi lui ci ha raccontato in modo chiaro dove sono stati sepolti rifiuti tossici, luogo per luogo, sito per sito, indicando anche la provenienza dalle singole industrie, e lui, pentito davvero, l’ha raccontato. E’ quello che ha voluto riparare il male che aveva concorso a fare. Prima non aveva cultura ecologica, poi se l’e’ creata, ha detto dove sono state seppellite tonnellate di veleni, con i riscontri delle realta’ tumorali in quelle zone, Campania, Basilicata, Puglia, un disastro. Continua la lettura di Carmine Schiavone assassinato di Stato, parola del radicale Marco Pannella
Morto Carmine Schiavone, il boss che si pentì di essere passato dalla parte dello Stato
“Il nostro era un clan di Stato: noi facevamo i sindaci in tutti e 104 i comuni della provincia di Caserta. Noi potevamo fare tutto”. Non era un pentito qualsiasi, Carmine Schiavone: il boss che teneva l’amministrazione dei casalesi, morto con ogni probabilità d’infarto in un letto di ospedale nell’alto Lazio, è stato il primo a svelare i traffici del più potente clan camorristico e, soprattutto, a raccontare come e quando la provincia di Caserta è stata trasformata in un’immensa discarica dove accogliere ogni tipo di rifiuto tossico. Omicidi, guerre tra clan, collegamenti con le altre organizzazioni criminali, rapporti tra politica e camorra, infiltrazioni nell’economia, traffico di rifiuti: le parole di Schiavone, raccolte in decine e decine di verbali a partire dal maggio del 1993, hanno pressochè smantellato un sistema che andava avanti da decenni e hanno portato, due anni dopo, al maxi blitz (Operazione Spartacus) contro i casalesi che fece finire in cella 136 persone. Dissero che si pentì perché sospettava che qualcuno all’interno del clan lo avesse tradito, dopo un’evasione dai domiciliari. Fatto sta che le sue dichiarazioni al processo furono la base per una pioggia di condanne, tra cui quelle per suo cugino Francesco “Sandokan” Schiavone, Francesco Bidognetti cicciotto ‘e mezzanotte e Michele Zagaria alias capastorta, la cupola del clan. “La sua collaborazione fu fondamentale – racconta oggi il procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho, che nel 1993 raccolse le parole di Schiavone e sostenne l’accusa al processo – fu il primo esponente del clan che ha aperto uno squarcio sul sistema criminale creato dai casalesi e l’unico che davvero ci ha aiutato a capire una realtà in cui accanto alla forza militare c’era una rilevante forza economico-imprenditoriale”. Continua la lettura di Morto Carmine Schiavone, il boss che si pentì di essere passato dalla parte dello Stato
I clandestini e le rotte dei rifiuti tossici, il business delle navi a perdere
Quella della Blue Sky M alla deriva nello Ionio con quasi mille migranti clandestini curdi e siriani attraccata nel Salento (nel porto di Gallipoli – nda) è una storia già vista. Negli anni ’80 e ’90 quella battuta dalla nave cargo era la rotta dei traffici di rifiuti tossici e pericolosi tra l’Italia e il Medio Oriente passando per l’Est Europa (Siria, Romania, Turchia, Albania, Iraq, Bulgaria, Urss). Ogni migrante ha pagato all’incirca 4500 euro per l’attraversamento del Mediterraneo alla ricerca dell’agognata democrazia (?) e libertà (?) occidentale scappando dalle guerre e dalla fame. La nave Blue Sky M, battente bandiera moldava, era di proprietà di un’azienda romena, la Info Market di Costanza, fino a due settimane fa. “Ho preso contatti con la titolare dell’azienda, al momento all’estero, la quale mi ha riferito che ha venduto la nave due settimane fa ad un cittadino siriano”, ha riferito all’agenzia di stampa romena Mediafax Adrian Mihălcioiu, leader del Sindacato Libero dei Marinai di Costanza sul Mar Nero. Nelle ultime ore il mistero della Blue Sky M si infittisce sempre di più e concentra l’epicentro del traffico di clandestini e delle navi a perdere proprio nel Mar Nero, proiettando la Romania del neo presidente Klaus Ioannis, la Moldavia e la Turchia in un vortice di interessi illegali. Come riferisce uno dei maggiori quotidiani romeni Jurnalul National, ci sarebbero in corso delle “indagini su delle operazioni di navi mercantili nel Mar Nero, dove il cambio di bandiere e armatori diventa un business sempre più nebuloso”. La nave cargo costruita nel porto di Amburgo nel 1976, dal 2013 risulta registrata a Giurgiulesti in Moldavia. La sede principale della società che ha come oggetto sociale il trasporto di merce non alimentare è in via Stefan Mihaileanu n. 68, lo stesso dell’abitazione dei proprietari Marian Stanciu e Pauline Stanciu, avendo rispettivamente il 75 e il 25 % delle azioni della Srl di Costanza. Continua la lettura di I clandestini e le rotte dei rifiuti tossici, il business delle navi a perdere
Ecomafie/L’ex pm Raffaele Cantone: “I rifiuti il settore più inquinato dalle mafie. Chiesto il commissariamento della Ecocar”
Quello della gestione dei rifiuti è “il settore più inquinato” dalla criminalità organizzata e quello con “il più alto numero di interdittive antimafia. Interdittive che riguardano rapporti con le organizzazioni criminali nella regioni del Sud, ma non solo. Tale presenza legata anche agli ampi margini di guadagno”. Lo ha detto il presidente dell’Anticorruzione Raffaele Cantone in audizione alla commissione parlamentare sulle Ecomafie. Nel corso dell’audizione, come sintetizza una nota della Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, Cantone ha ribadito lo stretto legame che esiste tra la criminalità organizzata e il settore dei rifiuti, che ha interessato anche esperienze di società miste pubblico-private. Il presidente dell’Anticorruzione si è poi soffermato sul tema delle bonifiche e sulla necessità di individuare il giusto equilibrio tra semplificazione e trasparenza. E ha sottolineato, inoltre, come sia stata corretta la scelta del governo di centralizzare alcuni interventi, come quello della bonifica dell’area di Bagnoli. Il magistrato si è soffermato anche sull’uso del sistema delle white list nell’aggiudicazione degli interventi nel settore ambientale, auspicando che tra i motivi di esclusione delle imprese siano ricompresi i reati ambientali – in alcuni casi anche contravvenzioni – e la corruzione. Continua la lettura di Ecomafie/L’ex pm Raffaele Cantone: “I rifiuti il settore più inquinato dalle mafie. Chiesto il commissariamento della Ecocar”