Archivi categoria: Terra dei veleni

Militari per “Bonifiche Camorra Free” e ad Acerra si coltivano le patate tra i veleni

La patata è per definizione chiamata il fiore di maggio. La piana del Pantano acerrano a cavallo tra le province di Napoli e Caserta è il regno della patata. Ettari su ettari di terreno argilloso coltivati a tuberi, compresi quelli che costeggiano il termovalorizzatore e la famigerata Montefibre. La valle suessolana, tra Calabricito e la Lenza Schiavone, è la terra di sversamenti illeciti. Lì i fratelli Giovanni e Cuono Pellini hanno salde le loro radici. In quella zona maledetta, un tempo cuore della Campania felix, alcuni imprenditori del settore ambientale hanno sversato tonnellate e tonnellate di rifiuti tossici e nocivi. Diossine, policlorobifenili, furani, morchie industriali, fanghi di depurazione: le campagne di Acerra sono imbottite di veleni e sostanze tossiche; imprenditoria criminale, politica asservita e forze dell’ordine colluse hanno provocato un disastro ambientale irreversibile. È degli ultimi giorni la scoperta da parte del nucleo di guardie ambientali acerrane di un terreno di due ettari e mezzo zeppo di rifiuti coltivato a patate.

Termovalorizzatore di Acerra
Campi coltivati nei pressi del termovalorizzatore di Acerra

La segnalazione è giunta agli ambientalisti volontari, vere sentinelle del territorio, da parte di un contadino nella scorsa settimana. Stamattina sono iniziati gli scavi: inerti, scarti ospedalieri, siringhe, plastica bruciata, i tecnici dell’Arpac hanno campionato il terreno in località Lenza Schiavone, all’incirca grande tre campi di calcio. Continua la lettura di Militari per “Bonifiche Camorra Free” e ad Acerra si coltivano le patate tra i veleni

Terra dei veleni, rifiuti e silenzi di Stato

Sangue e cemento. Era questo il binomio dello strapotere del braccio economico-finanziario del clan dei casalesi. Ricostruzione post-terremoto, Asse di supporto, linea Alta Velocità, terza corsia della Napoli-Roma, rifacimento dei Regi Lagni: soldi a fiumi nelle casse del clan a vocazione imprenditoriale. Da bufalari in terra di Mazzoni a principali importatori ed esportatori di armi al mondo. Business della Camorra Spa made in Casal di Principe. C’è chi parla del miglior cemento sulla piazza: consorzi e calcestruzzo, questi criminali affaristi sono arrivati a costruirsi perfino la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere. Nel frattempo ci sono state le Stragi di Stato, il clima iniziava a farsi pesante, il carcere duro del 41bis veniva inasprito. Ci fu, comunque, chi pensò di “tradire” la fede mafiosa; il vincolo di appartenenza criminale veniva meno: passò dalla parte dello Stato. Intanto iniziavano i maxi processi, da Palermo alla Corte di Assise di Santa Maria Capua Vetere, dagli attentatori di Capaci al Processo Spartacus. Nel frattempo Tangentopoli aveva decapitato la classe politica italiana e nostrana: centinaia di politici finirono al gabbio. Alla fine degli anni ’80 l’ala militare-imprenditoriale del clan dei casalesi pensò bene di allargare i propri orizzonti criminali, di estendere le proprie competenze: l’affaire dei rifiuti tossici. Galeotto fu quel famoso pranzo in un ristorante sul Doppio Senso di Giugliano in Campania, nella periferia nord di Napoli. Broker, criminalità, imprenditoria e poteri forti decidevano di sedersi attorno ad un tavolo unendo interessi e contatti, Nord e Sud: la monnezza è oro.

Campania infelix
“Masseria del Monaco”, Marigliano (Na)

Un pool di magistrati coraggiosi della Procura di Napoli aveva capito tutto: 115 arresti tutti in una notte, politici, criminalità, imprenditoria. L’inchiesta Adelphi tentò di scoperchiare il pentolone e gli intrecci ma il vincolo di “fratellanza” era troppo stretto, finì per pagare chi non era della cricca, pochi in verità. Continua la lettura di Terra dei veleni, rifiuti e silenzi di Stato

Nel casertano agricoltori in trincea, ci dicano che fare

Non sono ancora stati ultimati i lavori dei tecnici comunali per l’identificazione dei 28 terreni di Villa Litemo, che il governo nel suo rapporto sulla Terra dei fuochi ha indicato come inquinati e su cui pende la spada di Damocle dell’eventuale emanazione del divieto di coltivazione, mentre è già deciso lo stop alla commercializzazione. Dopo circa due settimane di lavoro, incentrate soprattutto sulla «decriptazione» delle coordinate fornite dai ministeri dell’Ambiente, dell’Agricoltura e della Salute, amministratori e tecnici sono comunque riusciti a raggiungere qualche obiettivo. «Tutti i terreni classificati a “rischio quattro”, ovvero quelli che si avvicinano maggiormente al massimo grado di pericolo, si trovano in aree che non sono utilizzate per la coltivazione», dice il sindaco Nicola Tamburrino, che cerca di calmare l’ambiente, oramai in fibrillazione dopo che sono stati pubblicati i dati in cui Villa Litemo è stata segnalata come l’area dove ci sono la maggior parte dei terreni inquinati.

Aree non coltivabili in provincia di Caserta

Secondo i risultati prodotti dal Comune, dunque, i terreni a «rischio quattro» sono tutti ubicati al confine con CastelVolturno, «in un’area che ha una falda acquifera superficiale ed è interessata dalla presenza di acqua proveniente dal mare, quindi inadatta alle coltivazioni» Continua la lettura di Nel casertano agricoltori in trincea, ci dicano che fare

L’Abruzzo terra dei veleni, acqua inquinata per 700 mila persone

«L’acqua contaminata è stata distribuita in un vasto territorio e a circa 700 mila persone senza controllo e persino a ospedali e scuole». È il duro passaggio della relazione dell’Istituto Superiore di sanità che ha analizzato per l’Avvocatura dello Stato le acque contaminate dalla mega discarica di veleni tossici nel pescarese. «La qualità dell’acqua è stata indiscutibilmente significativamente e persistentemente compromessa», prosegue la Relazione dell’ISS depositata agli atti del processo di Chieti dove sono sotto processo i vertici di Montedison e Solvay con oltre 20 indagati dopo l’inchiesta del Corpo Forestale. Il guasto «per effetto dello svolgersi di attività industriali di straordinario impatto ambientale in aree ad alto rischio per la falda acquifera e per le azioni incontrollate di sversamento», spiega il documento.

Il fiume Tirino all'altezza del polo chimico di Bussi, nel pescarese
Il fiume Tirino all’altezza del polo chimico di Bussi, nel pescarese

 

«La mancanza di qualsiasi informazione relativa alla contaminazione delle acque con una molteplicità di sostanze pericolose e tossiche, solo una parte delle quali potrà essere tardivamente e discontinuamente oggetto di rilevazione nelle acque, ha pregiudicato la possibilità di effettuare nel tempo trattamenti adeguati alla rimozione delle stesse sostanze dalle acque». Continua la lettura di L’Abruzzo terra dei veleni, acqua inquinata per 700 mila persone

Emergenza ambientale, ultime novità dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere

Martedì 18 marzo 2014 sono stati auditi dalla Commissione Igiene e Sanità del Senato a seguito dell’indagine conoscitiva sugli effetti dell’inquinamento ambientale sull’incidenza dei tumori, delle malformazioni feto-neonatali ed epigenetica, il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Avellino e il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Il Procuratore Corrado Lembo, dopo una relazione introduttiva, ha fornito informazioni sul protocollo di salvaguardia ambientale promosso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, sulle criticità ambientali sussistenti nella provincia di Caserta, sulle particolari metodiche investigative seguite e sulle recenti innovazioni giurisprudenziali in tema di nesso di causalità. Inoltre il Procuratore di Santa Maria Capua Vetere ha lasciato alla Commissione un documento scritto riepilogativo delle più recenti indagini in materia ambientale della Procura Sammaritana.

Scarica il file della Relazione sulle ultime Indagini nella Terra dei Fuochi