Boss del calibro di Francesco Schiavone, Francesco Bidognetti e Michele Zagaria in carcere. Un esponente di primo livello come Antonio Iovine che decide di collaborare con i magistrati. Sequestri ingentissimi di beni che determinano un duro contraccolpo economico. Gli smacchi subiti negli ultimi anni dal clan dei Casalesi avrebbero dovuto decretarne il tramonto definitivo, invece l’organizzazione e’ rinata su basi nuove, ricompattandosi attraverso un sistema di alleanze e di ripartizione degli ‘utili” che ne ha assicurato la sopravvivenza. E’ questo che raccontano le carte dell’operazione dei carabinieri del Ros che ha portato oggi all’esecuzione di 19 ordinanze di custodia (parte delle quali notificate a persone gia’ detenute), nei confronti di boss e gregari della cosca. I reati contestati a vario titolo sono associazione di tipo mafioso finalizzata a commettere una pluralita’ di reati tra i quali estorsioni, sequestro di persona, detenzione e porto illegale di armi, per episodi avvenuti in un arco di tempo che va dal giugno 2012 al maggio 2013. L’indagine ha svelato un accordo tra tre famiglie del clan dei Casalesi che si sono consorziate dopo l’arresto dei boss, per gestire in armonia gli affari illeciti e in particolare dividere equamente i proventi di estorsioni e tangenti sugli appalti. E’ questa la contestazione principale dei provvedimenti emessi nell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli e il pm della Dda Catello Maresca. Continua la lettura di Accordo tra le famiglie mafiose, rapiti i figli del boss Alfiero per evitare il suo pentimento
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Quei fusti di Stato alle pendici del Vesuvio, a quando la rimozione dei veleni?
Rifiuti tossici sotterrati a un metro di profondità, in un fondo agricolo su cui si coltivavano i famosi pomodorini dop “del Piennolo” e nell’ex Cava Montone, furono scoperti nell’ottobre del 2014 nel Parco Nazionale del Vesuvio dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato. I rifiuti, circa 82 fusti contenenti materiale bituminoso e idrocarburi, furono trovati nel corso dell’operazione di scavo ‘Sangue Nero’ disposta dalla Procura della Repubblica di Napoli a cui presero parte anche i carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico. Le forze dell’ordine misero sotto sequestro l’area e la produzione per impedire che i pomodori finissero nei mercati campani anche se, come venne immediatamente sottolineato dal Consorzio di Tutela del pomodorino del Piennolo del Vesuvio Dop, dalle analisi eseguite dall’Istituto Zooprofilattico di Portici (Napoli), commissionate dal produttore circa un mese dopo i primi ritrovamenti, “non è risultata la presenza di sostanze inquinanti o nocive per la salute umana nè nel terreno di coltivazione, nè nelle bacche di pomodoro”. Continua la lettura di Quei fusti di Stato alle pendici del Vesuvio, a quando la rimozione dei veleni?
L’Africa meta dei traffici di rifiuti, bloccati mezzi militari in disuso nel porto di Salerno
Alcuni mezzi militari italiani in disuso, diretti in Somalia, e ”probabilmente per il gruppo islamista Al Shabab”, sono stati sequestrati nel porto di Salerno. Sulla vicenda, avvenuta la scorsa estate, sta indagando tuttora la magistratura. L’operazione è stata resa nota dal direttore dell’ufficio interregionale delle dogane per la Campania e la Calabria nel corso di un’audizione in commissione Ecomafie che si trovava in missione a Napoli per ascoltare i vertici della Capitaneria di porto e della Agenzia delle Dogane di Napoli e Salerno, con l’obiettivo di raccogliere informazioni sulle inchieste avviate per traffico transfrontaliero di rifiuti. ”Dietro l’apparente invio di rottami destinati al recupero – viene spiegato alla commissione Ecomafie – si potrebbe nascondere un traffico illecito di materiale dual-use”, cioè a duplice uso; come è emerso – secondo quanto riferito – da alcuni indizi sulla funzionalità dei mezzi dismessi dell’esercito italiano e sul fatto che questi reati, catalogati come reati ‘spia’, aprono spesso la pista a scenari ben più ampi. Continua la lettura di L’Africa meta dei traffici di rifiuti, bloccati mezzi militari in disuso nel porto di Salerno
Rifiuti&Politica/I fratelli Orsi pre-elezioni incontravano tutti, destra e sinistra
“Nel 2005 prima delle elezioni Regionali e Provinciali mio fratello Michele ed io avemmo varie riunioni con gli esponenti del centro-sinistra Lorenzo Diana, Angelo Brancaccio e Andrea Lettieri per pianificare la campagna elettorale”. E’ quanto ha detto al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere l’imprenditore dei rifiuti Sergio Orsi, condannato per collusione con il clan Bidognetti, durante il processo dov’è imputato l’ex sottosegretario Nicola Cosentino per concorso esterno in associazione camorristica. Orsi, che è agli arresti domiciliari, ha risposto in sede di controesame alle domande dell’avvocato Stefano Montone, difensore dell’ex coordinatore regionale di Forza Italia. La circostanza riferita dal teste conferma quanto effettivamente accaduto nel 2005, anno in cui Orsi creo’ la Gmc, societa’ che svolgeva servizi per conto dei Comuni, proprio con Brancaccio e Lettieri, allora sindaci di Orta di Atella e Gricignano; la societa’ e’ poi finita nel mirino della Dda e proprio qualche mese fa i due amministratori, ancora in carica, sono stati arrestati. Continua la lettura di Rifiuti&Politica/I fratelli Orsi pre-elezioni incontravano tutti, destra e sinistra
Il silenzio dello Stato nella Terra dei Veleni
È tempo di reagire In quella che una volta era Terra di Lavoro l’emergenza ambientale ormai è una costante quotidiana, da circa 40 anni i crimini contro la natura e l’ambiente sono in crescita fattoriale, sia per una legislazione compiacente e deficitaria, sia per un iper lassismo della popolazione. Ultima in ordine di tempo la triste vicenda dell’area dell’ex Pozzi Ginori tra Sparanise e Calvi Risorta, probabilmente la discarica sotterranea più grande d’Europa con un’estensione di circa 2,5 ettari e un volume di 2 milioni di metri cubi di rifiuti, una vera miniera di veleni: fusti deteriorati contenenti solventi, vernici e tracce di idrocarburi, plastica lavorata dalle industrie, buste con Pvc. Il terreno presenta diverse colorazioni, in particolare rosse, azzurre e grigio, un arcobaleno tossico. A questo punto c’è da chiedersi le Istituzioni, chi doveva controllare che ciò non avvenisse, dove erano. L’Agro Caleno come Casal di Principe o Parete, come Giugliano, Acerra o Villaricca rifiuti di ogni genere venivano (?) tombati sotto gli occhi di tutti e alla luce del sole. Alla fine degli anni ’80 imprenditori senza scrupoli, holding criminal-mafiose e politica corrotta hanno trattato con pezzi deviati dello Stato che il casertano e il napoletano diventassero una discarica a cielo aperto. Continua la lettura di Il silenzio dello Stato nella Terra dei Veleni