Nella Terra di Gomorra la storia si ripete come altrove. E mai per caso. Le coincidenze non esistono. Gli uomini passano. Le parentele restano. Oggi ci sono sulla scena politico-amministrativa aversana i figli, i nipoti, compari. Certe appartenenze non si rinnegano. Mai. Quando ci fu la posa della prima pietra del mastodontico blocco di cemento del Villaggio Coppola che ha devastato l’intero Litorale Domitio c’era il Vescovo a rappresentanza della Chiesa che andava a braccetto con la politica che contava. Quella delle poltrone ministeriali, dei bottoni, dei compromessi. Quella politica che è stata il mandante morale delle fabbriche di clientele e profitti. Un regime plutocratico di natura ereditaria al gusto di baccalà. Continua la lettura di Aversa, i lavori pubblici li fanno i parenti dei mafiosi
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Gli Inquieto, una famiglia al servizio del boss Michele Zagaria
“Questi sono roba mia”. Parola di Michele Zagaria. Che un ramo della famiglia Inquieto fosse al servizio del superboss Michele Zagaria è cosa nota. Il 7 dicembre del 2011, dopo più di 15 anni di latitanza, Capastorta fu stanato e assicurato alla Giustizia dalla Polizia e dalla tenacia del giovane pubblico ministero della DDA di Napoli Catello Maresca, proprio mentre era “ospite” in Via Mascagni a Casapesenna nella casa di Vincenzo Inquieto, il tubista, e la moglie Rosaria Massa. Vivandieri e consulenti personali assoldati dal boss. Ogni desiderio della primula rossa veniva prontamente esaudito da Inquieto e da tutta la famiglia. In cambio di protezione e soprattutto vil danaro. Soldi in cambio della dignità svenduta. Continua la lettura di Gli Inquieto, una famiglia al servizio del boss Michele Zagaria
Confiscati beni per 21 milioni di euro all’imprenditore Paolo Diana alias “scarpone”
I finanzieri del Gico di Napoli hanno confiscato il patrimonio del valore di 21 milioni di euro, tra beni mobili e immobili, di Paolo Diana, imprenditore nel settore dei trasporti e del commercio di autoveicoli. Diana, noto con il soprannome di “Scarpone”, e’ considerato legato alla fazione guidata dal capoclan Francesco Bidognetti, alias “Cicciotto e Mezzanotte”. La confisca ha riguardato 24 fabbricati e 44 terreni ubicati a Castel Volturno, Roma e Villa Literno, 2 auto, 52 conti-correnti, 9 pacchetti azionari e 4 societa’. È stato il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ad emettere il provvedimento definitivo nei confronti di questo esponente di spicco dei “Casalesi”, sulla base delle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia e sulla scorta delle indagini svolte dal Nucleo di Polizia Tributaria partenopeo. Continua la lettura di Confiscati beni per 21 milioni di euro all’imprenditore Paolo Diana alias “scarpone”
“La gallina ha fatto l’uovo”, viaggi e mazzette nelle uova di Pasqua per avere appalti all’Asl
Soldi nascosti all’interno di uova di Pasqua, viaggi ed escort per avere appalti da Asl e Comuni del Casertano. È il sistema illecito, scoperto dalla Dda di Napoli, che ruotava attorno all’imprenditore Angelo Grillo, ritenuto vicino al clan camorristico Belforte di Marcianise, e che oggi ha portato all’arresto da parte dei carabinieri del Reparto Operativo di Caserta di sei persone per corruzione aggravata dal metodo mafioso, tra cui il funzionario dell’Asl Raffaele Crisci, attuale responsabile dell’ufficio affari legali, e Giuseppe Gasparin, ex direttore amministrativo dell’Asl ed ex sindaco di Caserta. Una nuova bufera per l’azienda sanitaria casertana gia’ travolta nel novembre 2013 dalla prima tranche dell’inchiesta sugli appalti che aveva portato all’arresto dello stesso Gasparin, dell’ex consigliere regionale del Pdl Angelo Polverino e dell’ex manager dell’Asl e dell’ospedale di Caserta Francesco Bottino. Crisci e Gasparin, finiti entrambi ai domiciliari, sono accusati dai pm antimafia di aver preso da Grillo, detenuto da oltre un anno e mezzo al 41bis e destinatario oggi di un provvedimento di carcerazione, tangenti da 5mila e 10mila euro nel 2009 per accelerare il pagamento di alcune fatture che Grillo aveva presentato all’Asl per il servizio di pulizie che svolgeva in ospedali e uffici dell’azienda; Continua la lettura di “La gallina ha fatto l’uovo”, viaggi e mazzette nelle uova di Pasqua per avere appalti all’Asl
Procuratore Colangelo, certi dell’esistenza della pen drive del boss Michele Zagaria
Sull’esistenza della pen drive “siamo ragionevolmente certi; come e in quali circostanze si sia verificato questo passaggio non e’ dato purtroppo sapersi. Cosi’ il procuratore della Repubblica di Napoli, Giovanni Colangelo, in audizione in Commissione Antimafia, sulla pen drive che sarebbe stata trafugata dal bunker sotterraneo dove il boss dei Casalesi Michele Zagaria e’ stato arrestato il 7 dicembre 2011. “Non abbiamo individuato l’autore, ma non riteniamo chiusa la faccenda e sono in corso una serie di indagini”. Le indagini, ha sottolineato il procuratore, “puntano a individuare ruoli e passaggi che si sono verificati”. “La pen drive – ha spiegato Colangelo – non l’abbiamo trovata. Riteniamo tuttavia avesse una notevole importanza: fu pagato un prezzo ingente per il passaggio, si parla di 50 mila euro, e vennero coinvolte una serie di persone pur di portarla fuori”. “Cosa contenesse – ha aggiunto Colangelo – non e’ dato saperlo: c’e’ chi ipotizza indicazioni di tipo patrimoniale, chi l’esistenza dell’organigramma dell’associazione di Zagaria, chi la lista dei soggetti esterni al clan ma a lui vicini, come imprenditori a cui fare ricorso. Sono pero’ tutte ipotesi. Al momento non riteniamo la partita sia del tutto chiusa. Continua la lettura di Procuratore Colangelo, certi dell’esistenza della pen drive del boss Michele Zagaria