Tutti gli articoli di Nicola Baldieri

Nel 2015 sottratti alle mafie beni per 2,6 miliardi euro

Ammonta a 2,6 miliardi di euro il valore dei beni sequestrati alla criminalita’ organizzata nel 2015. Mentre quello delle confische si attesta sui 530 milioni di euro. I dati sono contenuti nel rapporto annuale della Direzione investigativa antimafia illustrato oggi al Viminale, alla presenza del ministro dell’Interno, Angelino Alfano e del direttore della Dia, generale Nunzio Antonio Ferla. Proprio il ministro dell’Interno, ha sottolineato che “l’aggressione patrimoniale, insieme all’arresto dei latitanti ed carcere duro, sono i tre fronti su cui arrivano grandi risultati che hanno messo in difficolta’ le organizzazioni mafiose”. C’e’, ha spiegato il generale Ferla, un calo vertiginoso circa gli omicidi delle mafie rispetto a 10-15 anni fa: le cosche sempre piu’ privilegiano la corruzione alla violenza, rinunciando al ‘controllo militare’ del territorio e scegliendo, invece, una strategia di sommersione, evitando cosi’ di avere l’attenzione di media, magistratura e opinione pubblica. Continua la lettura di Nel 2015 sottratti alle mafie beni per 2,6 miliardi euro

Imprenditoria e politica al servizio del superboss Michele Zagaria, sequestrato il mega centro commerciale Jambo

Sindaci e dipendenti comunali al servizio degli interessi economici del boss dei Casalesi Michele Zagaria: e’ quanto emerge dall’inchiesta della Dda di Napoli sul Comune di Trentola Ducenta (Caserta), che ha portato oggi all’arresto di 24 persone e al sequestro del centro commerciale Jambo di Trentola, ritenuto la “cassaforte del clan Zagaria”. I reati contestati a vario titolo sono l’associazione a delinquere di stampo camorristico, il concorso esterno in associazione mafiosa, l’intestazione fittizia di beni, il riciclaggio, l’estorsione, la falsita’ materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, l’abuso d’ufficio, la truffa e la turbata liberta’ degli incanti. Tra i destinatari delle misure cautelari ci sono il boss, il fratello Carmine, alcuni dei suoi fedelissimi come i fratelli Giovanni e Giuseppe Garofalo, ma soprattutto c’e’ l’attuale sindaco di Trentola Ducenta, Michele Griffo, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa che pero’ questa mattina e’ risultato irreperibile ed e’ tuttora ricercato da polizia e carabinieri. Secondo alcune voci non confermate sembrerebbe si sia allontanato dalla sua abitazione ieri pomeriggio. Risultano irreperibili anche altri tre indagati, tutti imprenditori, tra cui Alessandro Falco, titolare della societa’ che gestisce il centro commerciale le cui quote sarebbero riconducibili allo stesso Zagaria. Continua la lettura di Imprenditoria e politica al servizio del superboss Michele Zagaria, sequestrato il mega centro commerciale Jambo

Sequestrate cave, società e terreni all’imprenditore Vincenzo Zangrillo vicino ai casalesi

Maxi sequestro, nel sud pontino, di beni per oltre 20 milioni ad un imprenditore ritenuto vicino al clan dei Casalesi. Gli investigatori della Dia, del Centro Operativo di Roma, hanno sequestrato nelle province di Latina, Frosinone, Napoli, Isernia e Caserta, su disposizione del Tribunale di Latina, oltre 200 camion, 2 cave di marmo, societa’, terreni e immobili di proprieta’ di Vincenzo Zangrillo, cui fanno capo societa’ operanti nel trasporto merci su strada, smaltimento rifiuti e commercio di autovetture. Con un passato di fabbro-carrozziere, nel corso degli anni Vincenzo Zangrillo, secondo gli investigatori, ha registrato una improvvisa e ingiustificata espansione economica diventando imprenditore, in svariati settori commerciali e titolare, direttamente o indirettamente, di numerose societa’. In particolare l’imprenditore opera nella gestione di cave di marmo con commercializzazione del “Coreno Ausonio” uno dei marmi piu’ pregiati utilizzati per la costruzione dei porti, ma anche nei settori del trasporto merci su strada, del commercio all’ingrosso di altri materiali da costruzione, di smaltimento di rifiuti, di locazione immobiliare di beni propri e di commercio di autovetture. Continua la lettura di Sequestrate cave, società e terreni all’imprenditore Vincenzo Zangrillo vicino ai casalesi

Accordo tra le famiglie mafiose, rapiti i figli del boss Alfiero per evitare il suo pentimento

Boss del calibro di Francesco Schiavone, Francesco Bidognetti e Michele Zagaria in carcere. Un esponente di primo livello come Antonio Iovine che decide di collaborare con i magistrati. Sequestri ingentissimi di beni che determinano un duro contraccolpo economico. Gli smacchi subiti negli ultimi anni dal clan dei Casalesi avrebbero dovuto decretarne il tramonto definitivo, invece l’organizzazione e’ rinata su basi nuove, ricompattandosi attraverso un sistema di alleanze e di ripartizione degli ‘utili” che ne ha assicurato la sopravvivenza. E’ questo che raccontano le carte dell’operazione dei carabinieri del Ros che ha portato oggi all’esecuzione di 19 ordinanze di custodia (parte delle quali notificate a persone gia’ detenute), nei confronti di boss e gregari della cosca.   I reati contestati a vario titolo sono associazione di tipo mafioso finalizzata a commettere una pluralita’ di reati tra i quali estorsioni, sequestro di persona, detenzione e porto illegale di armi, per episodi avvenuti in un arco di tempo che va dal giugno 2012 al maggio 2013. L’indagine ha svelato un accordo tra tre famiglie del clan dei Casalesi che si sono consorziate dopo l’arresto dei boss, per gestire in armonia gli affari illeciti e in particolare dividere equamente i proventi di estorsioni e tangenti sugli appalti. E’ questa la contestazione principale dei provvedimenti emessi nell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli e il pm della Dda Catello Maresca. Continua la lettura di Accordo tra le famiglie mafiose, rapiti i figli del boss Alfiero per evitare il suo pentimento

Quei fusti di Stato alle pendici del Vesuvio, a quando la rimozione dei veleni?

Rifiuti tossici sotterrati a un metro di profondità, in un fondo agricolo su cui si coltivavano i famosi pomodorini dop “del Piennolo” e nell’ex Cava Montone, furono scoperti nell’ottobre del 2014 nel Parco Nazionale del Vesuvio dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato. I rifiuti, circa 82 fusti contenenti materiale bituminoso e idrocarburi, furono trovati nel corso dell’operazione di scavo ‘Sangue Nero’ disposta dalla Procura della Repubblica di Napoli  a cui presero parte anche i carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico. Le forze dell’ordine misero sotto sequestro l’area e la produzione per impedire che i pomodori finissero nei mercati campani anche se, come venne immediatamente sottolineato dal Consorzio di Tutela del pomodorino del Piennolo del Vesuvio Dop, dalle analisi eseguite dall’Istituto Zooprofilattico di Portici (Napoli), commissionate dal produttore circa un mese dopo i primi ritrovamenti, “non è risultata la presenza di sostanze inquinanti o nocive per la salute umana nè nel terreno di coltivazione, nè nelle bacche di pomodoro”. Continua la lettura di Quei fusti di Stato alle pendici del Vesuvio, a quando la rimozione dei veleni?