I rifiuti campani nelle discariche pugliesi. Il traffico transfrontaliero non si arresta

Nel distretto di Bari “abbiamo trovato e continuiamo a trovare rifiuti tombati provenienti dalla Campania”. Lo ha detto il pm barese Renato Nitti, commentando i dati del rapporto Ecomafia 2015 di Legambiente presentato questa mattina a Bari. Nitti ha sottolineato, pero’, che sono “pochissimi i casi accertati di infiltrazioni di organizzazioni mafiose negli illeciti ambientali scoperti sul nostro territorio”. Una delle piu’ importanti indagini del 2014 riguarda proprio un traffico organizzato di rifiuti dalla Campania in Puglia, l’operazione ‘black land’, con migliaia di tonnellate di rifiuti speciali non trattati, provenienti da impianti di compostaggio e di stoccaggio e smaltiti illecitamente nel Foggiano. Continui gli accertamenti che hanno consentito di scoprire rifiuti pericolosi e non, tombati in diverse localita’: in una ex cava sita a Grottelline in agro di Spinazzola (Ba), nel Torrente Picone, in agro di Sannicandro di Bari, in area sottoposta a vincolo paesaggistico, e in localita’ Santa Fara nel Comune di Bari, dove e’ stato trovato anche amianto frantumato. E ancora l’inchiesta ‘Desert waste’ su un traffico internazionale di rifiuti dal porto di Bari verso Libia e Iran. Il pm di Lecce Ennio Cillo ha aggiunto che nel Salento, “dopo l’allarme lanciato un anno fa dalle dichiarazioni di pentiti che parlavano di traffici di rifiuti tombati dalla camorra in Puglia, abbiamo avviato un monitoraggio attento che ha consentito di verificare che non v’e’ traccia di quei veleni ma ci ha dato la possibilita’ di scoprire numerosi tombamenti abusivi di rifiuti, soprattutto scarti del calzaturiero”. “La Puglia è una Regione sotto controllo – ha detto Cillo – Gli alti numeri raccontano le criticita’ ambientali di questo territorio ma dicono anche che c’e’ un controllo continuo”.

SITUAZIONE AMBIENTALE IN PUGLIA

In Puglia, dal 2002 ad oggi, sono state avviate 44 inchieste contro attività organizzate per il traffico dei rifiuti, il 18,6 per cento delle indagini nazionali in materia. Gli accertamenti della magistratura di Bari e di Lecce dopo le dichiarazioni del pentito di Camorra Carmine Schiavone relativo al tombamento di rifiuti pericolosi in Puglia provenienti dalla Campania hanno dato impulso ad altrettante indagini penali.    ”In Salento l’ipotesi e’ risultata del tutto infondata – ha detto il procuratore aggiunto Ennio Cillo – Il problema nel territorio di Lecce non riguarda l’importazione di rifiuti da altre regioni, ma l’interramento di vecchie discariche, spesso ricavate in cave dismesse e abbandonate, contenenti pellami, rifiuti di calzaturifici e in rari casi rifiuti ospedalieri”. La Dda di Bari, come confermato dal pm Renato Nitti, ha invece chiuso nei mesi scorsi una maxi operazione contro il traffico organizzato di rifiuti, chiamata ”Black Land”, che l’11 aprile ha portato all’arresto di 14 persone, tra cui imprenditori del foggiano e del napoletano e al sequestro di aziende, stabilimento e automezzi del valore di 25 milioni di euro. Gli investigatori hanno scoperto migliaia di tonnellate di rifiuti speciali non trattati provenienti da impianti di compostaggio e di stoccaggio, ubicati in Campania, nelle province di Salerno, Caserta e Avellino, smaltiti illecitamente in Puglia, a Ordona, dove si stima l’interramento di oltre 500mila tonnellate di rifiuti. Altre 13mila tonnellate di fanghi tossici provenienti dal porto di Taranto e poi versati su terreni coltivati a frutteto e uliveto sono state scoperte nel Brindisino. Preoccupante il dato dei traffici transfrontalieri di rifiuti, soprattutto diretti verso il Sud est Europa e l’Estremo oriente, con oltre 180 tonnellate di cascami di gomma e pneumatici fuori uso, materiale tessile e plastico, carta da macero, rifiuti ferrosi ed elettrodomestici, sequestrati nel porto di Bari e diretti illegalmente oltre confine.