I finanzieri del comando provinciale di Latina hanno sequestrato beni per 40 milioni di euro ad un imprenditore di Villa Literno (Caserta) del settore petrolifero e immobiliare, considerato vicino al clan dei Casalesi. Secondo la Gdf, l’imprenditore liternese per oltre un ventennio ha intrattenuto relazioni stabili e continuative con la criminalità organizzata campana, considerato ‘dominus’ di numerose attività imprenditoriali. Dalle dichiarazioni plurime e convergenti di alcuni collaboratori di giustizia l’imprenditore risulta appunto collegato con esponenti del clan dei Casalesi, che fanno capo a Michele Zagaria e alla famiglia Bidognetti. A loro avrebbe corrisposto a più riprese ingenti somme di denaro attraverso il cambio di assegni che gli veniva richiesto di volta in volta: una sorta di interazione paritetica tra l’imprenditore e la consorteria criminale che si traduceva in favori e protezioni. L’attività investigativa ha consentito di chiarire, relativamente alle operazioni di cambio assegni, come venissero da lui svolte con una tale indifferenza da non preoccuparsi minimamente della provenienza illecita degli stessi così da inserire nel circuito legale contanti provenienti dai propri conti correnti. Sotto l’aspetto patrimoniale è stata individuata una evidente sperequazione tra le entrate e le uscite dell’imprenditore. Tra l’altro, spiega la Gdf, tale sperequazione ha assunto maggior valore “considerando che è frutto di patrimonializzazione occulta di ingenti capitali per contanti, attraverso l’acquisto di immobili e terreni, anche con il pagamento in nero del corrispettivo pattuito”. Nell’operazione di polizia giudiziaria sono state approfondite anche una serie di segnalazioni per operazioni sospette previste dalla normativa antiriciclaggio nelle quali sono state evidenziate numerose anomalie su movimentazioni finanziarie risultate prive di qualsiasi giustificazione. Continua la lettura di Casalesi/Sequestrati dalla finanza beni per 40 milioni di euro all’imprenditore vicino a Zagaria
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A Casapesenna la politica asservita allo strapotere di Michele Zagaria
L’ex sindaco di Casapesenna Fortunato Zagaria era espressione del gruppo capeggiato dal boss omonimo Michele Zagaria. Lo rivela l’ex capo-clan da poco pentito Antonio Iovine, o’ ninno, in alcuni interrogatori i cui verbali sono stati depositati questa mattina al Tribunale di Napoli dal pm della DDA Catello Maresca. Il deposito e’ stato effettuato nel corso dell’udienza preliminare del processo (gup Alessandra Ferrigno) che vede imputati l’ex primula rossa e l’ex sindaco di Casapesenna per il reato di tentata violenza privata aggravata dal metodo mafioso commessa nei confronti di Giovanni Zara (difeso dall’avvocato Domenico Cesaro), ex primo cittadino del paese del Casertano. I fatti risalgono al 2008 quando Zara era stato da poco eletto sindaco e Zagaria era il suo vice: quest’ultimo, secondo l’accusa, avrebbe piu’ volte minacciato Zara affinche’ questi non parlasse in occasioni pubbliche del boss allora latitante. Pochi mesi dopo Zara fu sfiduciato dalla sua stessa maggioranza e costretto a lasciare l’incarico, alle successive elezioni Zagaria divenne sindaco. Per questi fatti Zagaria fu anche arrestato nel febbraio 2012 mentre era sindaco di Casapesenna e scarcerato dopo pochi giorni. Il pm Maresca in aula ha depositato anche i verbali contenenti dichiarazioni dell’altro neo-pentito Attilio Pellegrino, ex luogotenente di Zagaria e un dvd con le immagini di un convegno tenutosi alla Camera dei Deputati in cui Zara parlo’ di legalita’ scagliandosi contro il boss allora latitante. Iovine racconta delle minacce realizzate tra il 2001 e il 2005 da Luigi Guida detto o’drink, allora capo della fazione Bidognetti del clan, nei confronti di tre sindaci del Casertano. Continua la lettura di A Casapesenna la politica asservita allo strapotere di Michele Zagaria